10° Sellaronda Ski Marathon al via

Il 27/02 da Corvara (BZ) parte la gara notturna di scialpinismo a coppie che compie il giro dei passi di Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena.

E’ per le 18,00 di questa sera l’appuntamento con la 10a Edizione della Sellaronda Ski Marathon, la famosa competizione di scialpinismo a coppie che compie il grande giro dei 4 passi dolomitici di Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, passando per Canazei, Selva Gardena, Corvara ed Arabba. Quest’anno la gara prenderà il via dalla Val Badia, visto che nell’alternanza delle sedi di “partenza-arrivo” questa è l’edizione a cui tocca a Corvara far da trampolino di lancio e da capolinea alla corsa.

Anche quest’anno i “numeri” della Sellaronda Ski Marathon parlano di un gran successo: 620 iscritti che senza dubbio testimoniano l’entusiasmo degli atleti per questa gara sicuramente impegnativa e massacrante ma dal fascino indiscusso. Il gruppo dei corridori con sci e pelli di foca, infatti, dovrà affrontare un anello di ben 42 chilometri di cui 2.700 metri di sola salita, il tutto sotto le stelle (coperte stanotte secondo il meteo) in uno scenario tra i più belli delle Dolomiti.

Questi i tempi previsti per i singoli passaggi: 18,00 partenza da Corvara (Impianti Boè), 18.45 vetta del Bec De Roces, 18.55 Arabba, 19.35 scollinamento Passo Pordoi, 19.50 intergiro a Canazei, 20.30 Passo Sella, 20.45 Selva Gardena, 21.25 scollinamento a Dantercepies, verso le 21.40 arrivo a Corvara. Pert i tempi complessivi ricordiamo che nell’edizione 2003 la coppia composta da Luca Negroni e Jean Pellisier vinse in 3 ore 37 primi 12 secondi.


Programma – Venerdì 27 febbraio
10.00 – Riunione giuria
10.00 – Distribuzione pettorali presso Ufficio Gare
17.00 – Inizio controllo materiali
18.00 – Partenza in linea Sellaronda Skimarathonda da Corvara presso l’albergo Eden
18.45 – Arrivo a Bec de Roces
18.55 – Passaggio a Arabba
19.35 – Arrivo a Passo Pordoi
19.50 – Intergiro a Canazei
20.30 – Arrivo a Passo Sella
20.45 – Passaggio per Selva
21.25 – Arrivo a Dantercepies
21.40 – Arrivo previsto a Corvara
23.00 – Cerimonia di premiazione


www.sellaronda.it

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Scomparso Fosco Maraini

L’8/06 è scomparso a Firenze, all’età di 91 anni, Fosco Maraini, una delle figure più importanti della storia dell’esplorazione, dei grandi viaggi e dell’alpinismo in terre lontane del nostro paese.

Ieri sera è scomparso a Firenze, all’età di 91 anni, Fosco Maraini, una delle figure più importanti della storia dell’esplorazione, dei grandi viaggi e dell’alpinismo in terre lontane del nostro paese.
Nato a Firenze da padre scultore e da madre scrittrice, fu antropologo, alpinista, scrittore, fotografo, orientalista e grande viaggiatore.

Fosco Maraini partecipò nel 1937 alle prime spedizioni in Tibet, al seguito di Giuseppe Tucci. Nel 1939 si trasferì in Giappone, dove fu arrestato ed internato in campo di concentramento nel 1943, per il suo rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò. Degli anni trascorsi in Giappone, come studioso ma anche esploratore curioso delle sue montagne, narrò in “Ore giapponesi”.

Nel 1948 prse parte ad una nuova campagna di spedizioni in Tibet con Tucci, da cui trasse un altro dei suoi libri di successo: “Segreto Tibet”. Intanto, continuava la sua attività alpinistica, dall’Appennino Toscano alle Dolomiti, dove conobbe alpinisti del calibro di Dibona e Tita Piaz

Nel 1958 partecipò come fotografo alla spedizione al Gashembrum IV, con Bonatti, Cassin e Carlo Mauri, narrandola in “Gashembrum IV, la splendida cima”.
Nel 1959, con una spedizione del CAI di Roma, salì il Sahangharar Peak, in Hindu Kush. Da questa spedizione trasse un altro dei suoi libri di maggior successo: “Paropamiso”, classico della letteratura alpinistica e grande racconto di viaggio, recentemente ristampato.

Negli ultimi mesi aveva fatto parte della commissione dei “tre saggi” nominati dal CAI per ristabilire la verità storica sui fatti del K2.
Alcune sue fotografie, sulle spedizioni in Tibet del 1937, sono attualmente esposte a Roma nell’ambito della mostra “Viaggio ad oriente”, fino al 19 giugno.

di Aldo Frezza

Ore giapponesi
Fosco Maraini
Casa Editrice Corbaccio

Il viaggio come conoscenza e studio, la passione per l’osservazione, il rispetto per le culture lontane e diverse, l’attenzione per le mille sfaccettature che accompagnano ogni incontro.
Fosco Maraini è un viaggiatore e uno studioso mai frettoloso, un esploratore il cui racconto affascina.

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Per Iñaki Ochoa

I pensieri di Nives e Leila Meroi e di Manuel Lugli per l’amico Iñaki Ochoa, scomparso lo scorso maggio sull’Annapurna


Il 23 maggio scorso il fortissimo alpinista spagnolo Inaki Ochoa de Olza è scomparso mentre tentava di salire la parete sud dell’Annapurna, il suo 13° Ottomila. Così lo ricordano gli amici e compagni di tanti sogni e spedizioni.

Caro Iñaki, solo il tempo amico, ci aiuterà a lenire il dolore per farci accogliere con gioia, la nostalgia.
La nostalgia di te e del tuo viaggio qui; un passo dopo l’altro fino al cuore di una passione, quando l’alpinismo diventa semplicemente il calice che porta alla bocca l’acqua della vita.
Un passo dopo l’altro con la schiena piegata controvento, tu che avevi eletto la dignità come valore primo.
Nives Meroi

Iñaki era il mio più caro amico. Ci siamo incontrati al Dhaulagiri nel 2005 e da allora è sempre stato presente nella mia vita, accompagnando i miei giorni con la gioia e la discrezione del suo spirito buono.
Chi era Iñaki Ochoa? Un alpinista famoso, un filosofo, un uomo amato dai media e dal grande pubblico…sicuramente. Però niente di tutto questo, almeno non nel suo cuore.
Iñaki era quel giovane sognatore che aveva deciso di dedicare la sua vita alla montagna. Lo stesso uomo che ogni mattina, in spedizione, potevi trovare in un angolino della tenda cucina, seduto su un sasso fra mille cianfrusaglie, a sorseggiare il primo caffè del giorno in compagnia di cuochi e portatori, imbastendo misteriosi discorsi in nepalese e cercando di attingere con umiltà gli insegnamenti del loro vivere semplice.
Quello che, scherzando sul suo ‘egoismo da alpinista’, diceva che in realtà lui stava solo assecondando il corso del destino: si chiamava Ignacio, come il Santo protettore dei montanari ed era nato il 29 giugno, la stessa data in cui Hillary e Tenzing avevano conquistato la vetta dell’Everest. E così è stato, come nelle più belle favole. Forte, coraggioso, leale, umile, Iñaki ha attraversato il mondo scegliendo la montagna come mezzo per esprimere se stesso. Profondamente innamorato della vita e dei suoi affetti non si sentiva certo un eroe; cercava invece di coltivare la sua passione rimanendo sempre fedele alla sua etica, senza pregiudizi e senza ossessioni.
Aveva il dono di toccare il cuore della gente, Iñaki, ed è questo ciò che conta.
Ora che ha restituito la sua anima alla montagna – a quell’Annapurna, che prima di lui si era presa il suo eroe, quell’Anatolij Bukreev colmo di virtù e maestro di coraggio che stimava tanto – è difficile non sentirne la mancanza. Ma rimangono i suoi racconti, le canzoni di Bob Dylan, le foto delle spedizioni, i sogni condivisi e purtroppo mai più realizzati. Rimane il suo messaggio, il segno indelebile e la profonda nostalgia che ha lasciato nell’animo di tutti noi. Ciao Iñaki,
Leila Meroi

Pensare a Iñaki al passato è duro. Lo si dice per molti amici perduti, ma per Iñaki vale di più. La sua vitalità, il suo coraggio, la sua allegria. La sua incoscienza, la sua forza, il suo amore per le montagne. Tutto questo e molto di più lo rende presente. Trovo poche parole da scrivere per quel che è successo ed ancora meno per dire quello che saranno i prossimi viaggi a Kathmandu con la certezza di non incontrarci. Dopo tutti questi anni di incroci sui sentieri e birre al Tom & Jerry. Mi piace di più pensarlo tranquillo sulla neve ripida con la sua chioma bionda al vento, come lo avevo incontrato la prima volta al K2 Nord. Mi piace pensarlo come nel ritratto che avevo scritto di lui qualche anno fa.
E salutarlo con pochi, straordinari versi del più grande dei poeti spagnoli, Federico Garcia Lorca, con il suo Lamento scritto, guarda caso, per Ignacio Sanchez Mejas. Con parole che sembrano scritte per Iñaki.
Manuel Lugli

Ignacio Ochoa De Loza Seguin, Pamplona, Spagna.
Enfant prodige dellhimalaysmo spagnolo – incontrai Iñaki al K2 Nord nel 1994, dove era il membro più giovane del team del Filo de lo Imposible – ha faccia dangelo e talento in quantità. Ci incontriamo spesso a Kathmandu, da dove Iñaki parte per le sue spedizioni. Anche lui in corsa per chiudere il conto con i quattordici ottomila, non mi sembra però esserne ossessionato. Pochi anni fa l’ho incontrato lungo la valle del Khumbu, mentre si stava acclimatando prima di tentare la salita del Makalu. Mi raccontò con grande entusiasmo di aver da poco concluso un accordo di sponsorizzazione con un’importante banca spagnola, accordo che gli avrebbe consentito di scalare tutte le vette di ottomila metri della terra. Pensai che se c’era qualcuno che se lo meritava era proprio lui.
E’ passato parecchio tempo da quel 1994, quando per poco Iñakinon pose fine alla sua brillante carriera di himalaysta scendendo a testa bassa un centinaio di metri dello spigolo nord del K2; si salvò solo perchè la corda fissa che aveva ceduto gli si era arrotolata attorno ad una gamba. La successiva discesa, per oltre 1000 metri, tutto ammaccato e con un braccio rotto, pur con l’aiuto di compagni eccezionali – José Carlos Tamayo, Ramon Portilla, Juanjo San Sebastian e Sebastian De La Cruz, per citarne alcuni – fu una dimostrazione di gran carattere, da vero navarro. Paolo Minisini, dottore della nostra spedizione, completò l’opera con un’ingessatura a regola d’arte che Iñaki ancora ricorda.
L’ultima volta che l’ho incontrato, non molto tempo fa, aveva appena dato l’addio alla sua (ultima) ragazza, per il suo amore più grande, a cui gli era stato chiesto – in maniera folle, diciamocelo – di rinunciare: l’Himalaya. Mai dare ultimatum ad un navarro.
Manuel Lugli da “Alpinisti sottoaceto”

Lamento per Ignacio Sanchez Mejìas
(…)Qui nessuno canta, né piange nell’angolo,
né pianta gli speroni né spaventa il serpente:
qui non voglio altro che gli occhi rotondi
per veder questo corpo senza possibile riposo.
Voglio veder qui gli uomini di voce dura.
Quelli che domano cavalli e dominano i fiumi:
gli uomini cui risuona lo scheletro e cantano
con una bocca piena di sole e di rocce.
Qui li voglio vedere. Davanti alla pietra.
Davanti a questo corpo con le redini spezzate.
Voglio che mi mostrino l’uscita
per questo capitano legato dalla morte.
Voglio che mi insegnino un pianto come un fiume
ch’abbia dolci nebbie e profonde rive
per portar via il corpo di Ignacio e che si perda
senza ascoltare il doppio fiato dei tori.
Si perda nell’arena rotonda della luna
che finge, quando è bimba dolente, bestia immobile;
si perda nella notte senza canto dei pesci
e nel bianco spineto del fumo congelato.
Non voglio che gli copran la faccia con fazzoletti
perché s’abitui alla morte che porta.
Vattene, Ignacio. Non sentire il caldo bramito.
Dormi, vola, riposa. Muore anche il mare!
(…)Nessuno ti conosce. No. Ma io ti canto.
Canto per dopo il tuo profilo e la tua grazia.
L’insigne maturità della tua conoscenza.
Il tuo appetito di morte e il gusto della sua bocca.
La tristezza che ebbe la tua coraggiosa allegria.
Tarderà molto a nascere, se nasce,
un andaluso così chiaro, così ricco d’avventura.
Io canto la sua eleganza con parole che gemono
e ricordo una brezza triste negli ulivi.
Federico Garcia Lorca

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Roccia Nera, Monte Rosa, nuova via

Il 28/02, Roberto Rossi e Ivano Bianchi hanno aperto “Il Rosso ed il Bianco”, nuova via sulla parete Nord del Roccia Nera (4075 m., Monte Rosa).

Il 28/02/2003, le Guide alpine Roberto Rossi e Ivano Bianchi hanno aperto, sulla parete Nord del Roccia Nera (4075 m., Monte Rosa) la via di ghiaccio/misto “Il Rosso ed il Bianco”.

La via supera difficoltà fino a IV+/5, (TD+) e, esposta a nord, è percoribile quasi tutto l’anno. Si svolge a destra della “Grassi-Bernardi”, la via di V/5 salito da GianCarlo Grassi e Marco Bernardi l’11/05/1980.

Goulotte “Il Rosso ed il Bianco”

Prima ascensione: Roberto Rossi ed Ivano Bianchi il 28/02/2003
Difficoltà: IV+/5, (TD+)
Dislivello Color : 500 m.
Orientazione: Nord
Accesso: dal bivacco Rossi-Volante oltrepassare la Porta Nera contornando lo spigolo roccioso esposto ad est; si giunge alla base di uno scivolo nevoso preceduto da una terminale spesso difficoltosa da oltrepassare
Discesa: per la via normale alla Roccia Nera che in breve riporta al bivacco.
Materiale: 5-6 viti da ghiaccio (di cui alcuni corti), 1 serie di Friends. In posto non è rimasto nulla, e le soste si sono tutte effettuate su viti da ghiaccio e/o su Friends
Descrizione: si oltrepassa la terminale sulla verticale di un evidente masso rosso; lo si aggira sulla sua sinistra e per goulottes si perviene al pendio di neve sovrastante (65°) in cui affiora un’evidente crestina (percorso non obbligato, misto); seguirla fino alla base di un diedro solcato da una lingua di ghiaccio molto stretta che si segue per 160 metri fino al raggiungimento della cornice terminale che si supera nel punto più favorevole.

Un grazie a Montura, Kayland e Ferrino

Il Rosso ed il Bianco prende la linea B, a destra della Grassi-Bernardi (A).
Roberto Rossi su Il Rosso ed il Bianco Ghiaccio Alpi Occidentali
Roberto Rossi

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K2: le precisazioni del Ministero delle Politiche Agricole

Riceviamo e pubblichiamo le precisazioni del Portavoce del Ministro con riferimento all’articolo di Luigi Casanova (Mountain Wilderness Italia), pubblicato, in prima pagina e a pagina 55, de L’Adige il 3 agosto 2004, e riportato da un utente sul Forum di Planetmountain.com.

Riceviamo e pubblichiamo le precisazioni del Portavoce del Ministro per le Politiche Agricole e Forestali, avv. Cristiano Carocci, con riferimento all’articolo a firma di Luigi Casanova (del Consiglio Direttivo Mountain Wilderness Italia), pubblicato, in prima pagina e a pagina 55, del quotidiano L’Adige del 3 agosto 2004, e riportato da un utente sul Forum di Planetmountain.com:

Al Direttore di PlanetMountain.com

Egregio Direttore,

con riferimento al documento a firma “Luigi Casanova” , pubblicato sul Vostro Forum, desidero fare alcune precisazioni:

– la spedizione alpinistica definita “governativa” da Casanova non è costata al contribuente alcunché, visto e considerato che la medesima si è autofinanziata grazie al contributo di sponsor italiani. Si tratta di aziende italiane che hanno ritenuto evidentemente di onorare il proprio Paese, contribuendo alla realizzazione di un evento alpinistico di grande rilevanza, quale è stato quello perseguito e raggiunto in questi ultimi quattro mesi dalla spedizione “K2 – 2004, 50 anni dopo”, prima sull’Everest e poi sul K2.
Gli importanti programmi di carattere scientifico sono stati invece coordinati e in parte finanziati dall’Istituto Nazionale della Montagna (IMONT) e gestiti autonomamente dai vari Istituti di ricerca;

– il Ministro Alemanno aveva programmato un effettivo avvicinamento al Campo Base a piedi, progetto che non si è poi potuto realizzare per i sopraggiunti impegni governativi che lo hanno costretto a differire la visita in Pakistan, visita durante la quale – al di là dei pochi giorni per l’incontro con tutti gli alpinisti italiani a Campo Base, raggiunto in ogni caso da Concordia a piedi – sono stati effettuati intensi contatti ufficiali con le Autorità locali e Governative più importanti (il Presidente Musharraf, in particolare) che hanno consentito di consolidare i rapporti tra questa importante nazione (strategica nello scacchiere mediorientale) e la nostra.;

– in particolare, e con preciso riferimento al componente del Consiglio Direttivo di Mountain Wilderness, durante gli incontri con i Ministri dell’Agricoltura, del Commercio, dell’Ambiente e per le Questioni del Kashmir e le Aree Settentrionali del Pakistan, sono stati finalmente fissati i termini per la attivazione dell’importante Parco Nazionale del Karakorum Centrale, unitamente a numerose altre iniziative ambientali a favore delle popolazioni delle regioni dell’Hindu Kush e Karakorum, tra le quali anche un rilevante progetto di Mountain Wilderness, che vedranno l’Italia fortemente impegnata sia sul piano economico sia su quello organizzativo e gestionale.

Distinti saluti,

avv. Cristiano Carocci
Portavoce del Ministro

Roma 11 agosto 2004

articolo di Luigi Casanova pubblicato su L’Adige del 3/08/2004 pag 1 – pag 55 Forum Planetmountain.com www.mountwild.it www.politicheagricole.it

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Anna Torretta dry tooling a Kandersteg

Alla vigilia dell’Ice Climbing Festival di Kandersteg (CH) del 3-4/01, Anna Torretta ripete Tomahawk” M10+/M11- a Sulwald.

Kandersteg nelle Alpi svizzere, ovvero uno dei posti che sanno dare il massimo ai più esigenti amanti delle cascate di ghiaccio ma anche del dry tooling, la nuova tendenza dell’arrampicata con piccozze e ramponi.

Proprio alla vigilia dell’Ice Climbing Festival che si terrà a Kandersteg i prossimi 3 e 4 gennaio, Anna Torretta, con un veloce raid, ci dà un assaggio di questo paradiso del ghiaccio e del misto moderno, con una visita a Sulwald, “Little Vail”, piccola falesia attrezzata per il dry tooling da Robert Jasper.

Per Anna Torretta, dopo un tentativo sull’M10 di “White Out”, che le è fruttato solo… la rottura di un “appiglio”, è arrivata la ripetizione di “Tomahawk”. Un M10+/M11- che la climber torinese trapiantata a Innsbruck ritiene essere un po’ sopravvalutata…

Kandersteg in Svizzera, la mecca del dry tooling
by Anna Torretta

Di ritorno dai pranzi Natalizi, da Torino verso Innsbruck, ho fatto scalo a Kandersteg in Svizzera, la mecca del dry tooling. Freddo non fa, ma decido di andare a provare le nuove “Mega Ice”, le scapette da misto appena sfornate dalla Sportiva, cosí come le nuove picche da gara Grivel.

Sono di fronte all’Eiger a Sulwald, “Little Vail”, una piccola e soleggiata falesia attrezzata da Robert Jasper. Il ghiaccio scarseggia, lo strapiombo gocciola. Forse le vie, penso tra me e me, sono un po’ piú difficili rispetto alla loro valutazione in apertura…
Mi “scaldo” su “White Out” M10, ma purtroppo si rompe l’appiglio chiave sotto i miei speroni. Avró mangiato troppo nel pranzo Natalizio? Ancora un tentativo, ma la via ha proprio cambiato grado.

Provo i movimenti della via di fianco, 8-10 metri strapiombanti, “Tomahawk” M10+/M11-, sempre di Robert Jasper. La collonna di fianco alla via, un 5° su ghiaccio, non completamente formata, per le temperature miti si disintegra a terra lasciando i miei amici e me senza fiato…
Ritorno il giorno successivo, stando ben al riparo dalle candele che pendono nel vuoto. Dopo un tentativo di riscaldamento, concateno tutti i movimenti fino al ghiaccio: riposone tra ghiaccio e roccia, poi due picozzate sulla stalattite instabile… Ho chiuso la via!
Mi rimane un interrogativo: “Tomahawk” é davvero M10+/M11-? Io toglierei almeno mezzo grado. Aspetto conferme nella valutazione.

Anna Torretta archivio news
Grivel su Expo Planetmountain
La Sportiva su Expo Planetmountain
Ice Climbing Festival Kandersteg
Portfolio

In alto: Kandersteg, Anna Torretta su “Whiteout” un istante prima che si rompa la presa… (Foto H. Mair).

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Campionato del Mondo di arrampicata su ghiaccio 2004

Dal 22-24/01/2004 si terrà il Campionato del Mondo di di arrampicata su ghiaccio 2004 a Saas Fee, Svizzera.

Inizierà fra due giorni a Saas Fee il Campionato del Mondo di arrampicata su ghiaccio. Dopo la cancellazione della Coppa del Mondo, l’impoverito calendario 2004 è costituito, soprattutto, da questo unico evento in terra elvetica.

Saranno presenti tutti i big per i tre giorni di gara della Velocità e Difficoltà. Sicuramente ci saranno Ines Papert e Evgeny Krivosheitsev per difendere il loro titolo e tentare il grand slam: vittoria nel 2002, nel 2003 e … nel 2004?

Campionato del Mondo 2003 Kirov Campionato del Mondo 2002 Pitztal Portfolio Saas Fee 2003 Saas Fee sito ufficiale

Saas Fee 2003, foto di Menno Boermans

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Prosecutors pursue over 1,000 Yellow River violations

Prosecutors filed 1,097 cases over illegal occupation, mining and construction in the Yellow River Basin by the end of last month, the Supreme People’s Procuratorate said on Thursday.

They have also issued 1,029 procuratorial advices during the campaign, which was launched by the top court and the Ministry of Water Resources in December to fight ecological damage of the basin.

The Yellow River flows through nine provinces and autonomous regions: Qinghai, Sichuan, Gansu, Ningxia Hui autonomous region, Inner Mongolia autonomous region, Shanxi, Shaanxi, Henan and Shandong.

The campaign, which will run for a year, has cleaned up about 1.14 billion square meters of polluted water, torn down 808,000 square meters of illegal constructions, and cleared away 1.38 million metric tons of household and construction waste.

Zhang Xueqiao, deputy chief prosecutor of the Supreme People’s Procuratorate, said that with the assistance of the Water Resources Ministry, regional governments, local prosecutors and the public, the ecology of the Yellow River had been improved.

“We should not ignore that the ecological pressure and the environmental situation in the Yellow River basin are still severe,” Zhang added.

“The ecological management of the basin involves work both upstream and downstream of the river. Different administrative regions and different industries — every sector needs to shoulder their responsibilities,” he said.

 Prosecutors have also initiated 10 public interest litigation cases during the campaign so far, Zhang said.

Li Zimin, deputy chief prosecutor of the People’s Procuratorate of Henan, said there was still a long way to go to ensure the ecological protection of the Yellow River.

The lack of unified regulations was one of the main reasons, Li said.

At present, the regulations on the protection of the Yellow River are scattered through more than 30 legal documents, which makes it difficult to solve disputes in different regions and industries operating in the river basin.

The ineffective management system also affects governance. Over 10 departments are involved in the governance of the river and the land along its banks, resulting in overlapping responsibilities, he added.

Li suggested accelerating the introduction of legislation on the ecological protection of the Yellow River and formulating one management plan for the entire Yellow River basin.

“We should explore establishing an inspection and supervision mechanism for the whole basin and forming protection for the river based on the rule of law,” Li said.

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Beauty in Jiangxi attracts Indonesian media

A group of journalists from Indonesia visited Huangliang village in Wuyuan county, Jiangxi province on Thursday.

The reporters visited the Folk Culture Exhibition Hall at the Huangling Mountain Scenic Area, and experienced Chinese intangible cultural heritages such as embroidery and enamels.

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They also enjoyed the village’s beautiful scenery and traditional folk culture.

Dwikora Putra, president of the Association of Journalists of Bali island, said that Huangling has a good blend of culture, architecture and natural scenery and that it’s a tourist attraction worthy of a visit.

'Fred will receive plenty of football' – Solskjaer reveals midfielder set for Man Utd stay

Linked with a move to Fiorentina, the midfielder is set to stay at Old Trafford and receive “plenty of football”, revealed his manager

Manchester United manager Ole Gunnar Solskjaer revealed midfielder Fred is set stay at the Premier League club and play a role this season.

Fred has been linked with a move to Serie A outfit Fiorentina just a year after joining United from Shakhtar Donetsk for a fee around £52.5 million ($70m).

The 26-year-old struggled to make an impact in his debut season at Old Trafford, managing a goal and assist in 17 appearances in the Premier League, 13 of those starts. 

However, despite having not yet made an appearance in the league this season, Solskjaer said the Brazil international was a key part of his squad, insisting Fred would get his chance as the season went on as the club deals with fixture pile-up.

“He [Fred] is working hard and at the moment he’s just behind Paul [Pogba] and Scott [McTominay] – who has done really well – and Nemanja [Matic], who hasn’t been involved,” Solskjaer told reporters.

“August is the most difficult period to manage a big squad because there’s only one game a week and everybody’s fit because we’ve had pre-season, and everyone’s ready to play.

“In September, October, November – when injuries come – that’s when you have most of the games. So, he [Fred] will play plenty of football.”

While Fred looks set to stay, there have been changes to United’s squad ahead of the European transfer deadline.

Alexis Sanchez joined Inter on loan on Thursday, which Solskjaer conceded has left the club short of depth at striker, as United were unable to secure their desired striker target before the close of the Premier League transfer window. 

Defender Chris Smalling became the latest to depart, joining Roma on a one-season loan on Friday, as the centre-back headed to the Italian capital in search of first-team football.

United make the trip to Southampton in the Premier League on Saturday, aiming to get back on track after dropping points in their previous two outings.

The Red Devils were unable to hold onto an early lead against Wolves and then fell at Old Trafford to Crystal Palace due to a late goal from Patrick van Aanholt. 

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United then return after the international break to three games in a week, with a Europa League clash against Astana in between Premier League matches against Leicester City and West Ham.