Shop.Planetmountain.com si parte con il calendario 2013 e molto altro ancora

Oggi inauguriamo lo shop.planetmountain.com, lo spazio di e-commerce dove proponiamo gli speciali prodotti scelti per voi dal team di PlanetMountain. In vetrina l’esclusivo calendario 2013 Women in climbing, i caricatori High-Tech ad energia del sole, i prodotti Safety Snow e una selezioni di letture al top.

Women in climbing per il 2013. In questa partenza (natalizia) del nuovo shop.planetmountain.com prima di tutto troverete Women in climbing, l’esclusivo calendario 2013 di planetmountain.com, in copie numerate, dedicato alla bellezza e alla purezza dell’arrampicata. Protagoniste sono 12 grandi donne e 12 grandi climbers: Sasha DiGiulian, Olga Iakovleva, Jain Kim, Annalisa De Marco, Oda Momoka, Olga Bibik, Nataljia Gros, Negar Varshochi, Valeri Kramer, Barbara Bacher, Alex Puccio. La location è il Climbing Stadium di Arco. L’azione si svolge tra il Rock Master e i campionati del mondo 2011. Le foto sono di Giulio Malfer. Il tutto per un coinvolgente viaggio. Un percorso che, mese per mese, vi accompagnerà e vi ispirerà. Lasciatevi prendere dalla bellezza. E lasciatevi trasportare dalle emozioni, una per ogni sguardo, per ogni istante, per ogni sogno.

Hight-Tech per l’energia del sole. Ad accogliervi nello shop.planetmountain.com ci sono anche degli innovativi prodotti High-Tech pensati appositamente per la montagna, per i vostri viaggi, ma non solo. All’insegna di ovunque ci sia la luce del sole, i caricatori solari portatili della serie Power Monkey (Explorer, Extreme, Solar Adventurer) e il Mini Gorilla rispondono a tutte le esigenze di chi ha bisogno di energia nelle situazione e nei luoghi più disparati e remoti. Un’energia sempre pulita, è bene sottolinerlo, che si sposa con la voglia di libertà e con il rispetto dell’ambiente!

Snow Safety, sulla neve più sicuri. Arva, pala, sonda. Non poteva mancare l’assolutamente obbligatoria trinità per chi vuole esplorare la montagna in inverno. Con gli sci ai piedi o con le racchette da neve, per le vostre uscite di freerider vi proponiamo il Localizzatore A.R.T.VA. 3+, la Beast Pala, la Sonda 240 HD PFA ma anche il set First Aid Pro con tutto l’occorrente per il pronto soccorso in caso di emergenza. Sono tutti prodotti Ortovox. Ma soprattutto, non fa male ripeterlo ancora, sono tutti componenti essenziali per chi affronta la neve!

Letture al top. Ai libri non potevamo e non possiamo rinunciare. Per voi abbiamo fatto una selezione di titoli, che via via diventerà sempre più ricca e che sicuramente non vi deluderà. Per la narrativa abbiamo scelto di partire con le novità 2012 delle collane: “I Licheni” della Vivalda editori, I Rampicanti di Versante Sud, Campo/Quattro di Priuli & Verlucca e “Oltre Confine” di Alpine Studio. Troverete anche qualche titolo over 2012, c’è il suo perché, ma lo lasciamo scoprire a voi. Per la sezione Guide, invece, abbiamo scelto di partire con le Guide dei Monti d’Italia del CAI-Touring. Un omaggio alle mitiche guide grige che hanno fatto la storia e sono la storia dell’alpinismo, ma non solo, delle montagne d’Italia.

Non ci resta che augurarvi un felice… shop!

Click Here: Cheap Chiefs Rugby Jersey 2019

Tragica valanga sull’Everest, numerose le vittime

Questa mattina all’alba una valanga sopra il Campo Base dell’Everest sul versante Nepalese della montagna ha travolto un numeroso gruppo di alpinisti. Almeno sei sherpa sono morti, molti i dispersi.

Inizia nel peggiore dei modi la stagione primaverile 2014 dell’Everest: questa mattina all’alba una terribile valanga ha travolto un numeroso gruppo di alpinisti. Il primo bilancio, ancora da confermare, parla di almeno sei sherpa morti, molti i dispersi.

Secondo le prime ricostruzioni, gli sherpa stavano preparando la via normale in vista dell’imminente periodo di alta stagione per le ascese alla vetta del mondo. La valanga si è abbattuta appena sotto al Campo 1 a circa 5.800 metri di quota alle 6.30 locali, le 2.45 in Italia. Numerose le squadre di soccorso già in zona.

A breve nuovi aggiornamenti di quella che si preannuncia, purtroppo, come una delle peggiori tragedie sull’Everest.

AGGIORNAMENTI
20/04/2014 – 23:25
Domenica 20 aprile 2014. Un’altra giornata difficile sull’Everest dopo la tragedia di venerdì, quando alle 6:30 circa si è staccata una porzione del seracco sopra l’Icefall causando la morte di almeno 13 Sherpa. Il bilancio potrebbe facilmente salire a 16, infatti nonostante tutti gli sforzi i 3 Sherpa dispersi non sono stati ritrovati e Channel 4 News ha riportato le parole di Lakpa Sherpa del Himalayan Rescue Operation che oggi dal Campo Base dell’Everest ha annunciato “Abbiamo interrotto le operazioni di soccorso. Non è possibile trovare i dispersi, vivi o morti.”

Proprio al Campo Base dell’Everest si sono vissuti, comprensibilmente, altri momenti intensi e molti alpinisti ed alcune intere spedizioni hanno deciso di lasciare la montagna del tutto. E’ di un’ore fa la notizia della cancellazione della spedizione più mediatica, quella di Joby Ogwyn, il cui tentativo di volare con la tuta aleare dal tetto del mondo sarebbe stato seguito live dal Discovery Channel. Non è chiaro in questo momento quanto questa scelta verrà condivisa dalle altre spedizioni – erano attesi 334 alpinisti da 41 paesi è 400 staff – ma l’idea di cancellare l’intera stagione primaverile su Everest sta prendendo sempre più piede. Lo conferma anche il giornalista inglese Ed Douglas che poche ore fa su Twitter ha scritto “Stagione dell’Everest in bilico. Ci saranno delle negozazioni molto tese nei prossimi giorni tra il governo Nepalese, gli Sherpa e le spedizioni.”

19/04/2014 – 23:02
Le operazioni di ricerca e soccorso sono continuate anche oggi per tutta la giornata: sabato 19 aprile, il primo giorno dopo il distacco del seracco, il bilancio ufficiale parla di 13 Sherpa morti. Dopo i 12 corpi recuperati ieri (e gli 8 feriti portati in ospedale a Lukla e Kathmandu), in mattinata è stato ritrovato il 13° corpo. Oltre 24 ore sono passate dalla sciagura e le autorità Nepalesi hanno escluso che i tre Sherpa dati ancora per dispersi possano essere vivi. Dipendra Paudel, del ministero del turismo nepalese, spiega “”La nostra speranza è di trovare i corpi adesso. Ma non possiamo confermare il bilancio ufficiale di 16 morti finché non li troviamo.” Nel frattempo The Times of India ha pubblicato la lista dei nomi dei 13 morti e dei 3 dispersi, mentre Alan Arnette, voce attiva e autorevole, conclude dicendo che “La maggior parte degli Sherpa ha lasciato Campo Base del Everest per portare il lutto nei loro paesi, la maggior parte ritornerà.”

19/04/2014 – 14:16
Per ricordare gli Sherpa morti su Everest il 18/04/2014 il American Alpine Club ha istituito il fondo Sherpa Support Fund per aiutare le famiglie delle vittime. Clicca qui per saperne di più.

19/04/2014 – 11:15
La nostra intervista a Simone Moro per cercare di capire meglio la tragedia

19/04/2014 – 11:10
Le ricerche e le operazioni di soccorso hanno ripreso questa mattina. Secondo Maddhu Sunan Burlakoti del ministero del turismo nepalese i soccoritori stanno lavorando a pieno regime prima che il tempo peggiori. Questa mattina è stata ricuperato il 13° corpo. Altri 3 Sherpa sono ancora dati per dispersi.

18/04/2014 – 23:10
E’ ormai notte fonda in Nepal, le operazioni di soccorso riprenderanno domani mattina. Ricordiamo che questo disastroso venerdì 18 aprile è iniziato con la terribile notizia del distacco di parte del seracco che pende sopra l’Icefall sulla spalla Ovest dell’Everest, che ha causato la morte di almeno 13 Sherpa. Altri 4 Sherpa sono attualmente dati per dispersi. Anche se il governo Nepalese non ha ancora ufficialmente rilasciato i nomi delle vittime, sul sito di Alan Arnette è pubblicato un primo elenco. Gli alpinisti bloccati sopra l’Icefall – si stima circa 100 – stanno bene e torneranno a Campo Base non appena il percorso sarà ripristinato.

18/04/2014 – 16:40
Secondo Alan Arnette, gli elicotteri hanno trasportato 12 corpi al Campo Base dell’Everest, mentre 1 corpo è stato avvistato ma non ancora ricuperato. I feriti sono stati portati a Lukla o Kathmandu.

18/04/2014 – 14:10
Sale il tragico bilancio delle vittime. Per ora sono almeno 13 i morti accertati + 3 dispersi. Una vera tragedia per l’alpinismo, per il Nepal e per i suoi Sherpa.

18/04/2014 – 11:30
Secondo la spedizione Peak Freaks circa 100 alpinisti sono bloccati appena sopra la valanga per la rottura di una delle scale indispensabili per attraversare i seracchi dell’Icefall. Si sta procedendo all’evacuazione con l’elicottero.

19/04/2014 – Valanga sull’ Everest: intervista a Simone Moro
Intervista a Simone Moro dopo la tragica valanga sull’Everest del 18 aprile 2014 ha causato la morte di almeno 13 Sherpa.

Click Here: Maori All Blacks Store

Via Casarotto alla Roda di Vael: il moderno e il vecchio di Ivo Ferrari

Ivo Ferrari: quello che in alpinismo è “vecchio” e quello che è “moderno”; riflessioni percorrendo la Via aperta nel 1978 da Renato Casarotto, Giovanni Majori e Maurizio Zappa sulla parete Ovest della Roda di Vael (Gruppo del Catinaccio, Dolomiti).

Ho letto da qualche parte che si può vincere un premio se si apre o si ripete una via in stile “TRAD”! Ho letto da qualche parte che nel 1921 sulla Nord –Est del Monte Agnèr fu salita una via di oltre mille metri senza usare nessun chiodo! Ho letto da qualche parte che nel lontano 1978 Renato Casarotto, Giovanni Majori e Maurizio Zappa salirono una linea nuova posta sul lato destro della parete Ovest della Roda di Vaél in stile “pulito”, usando solo blocchetti a incastro e nuts per sicurezza… Leggere a volte mi fa pensare, e sorridere…

Dopo essere stato in Valle San Lucano a riempire i polmoni di aria “dolomitica”, la mattina di questa prima domenica d’Estate mi trovo con Silvano al Passo di Costalunga, la temperatura è tutt’altro che estiva e una bella grandinata ha lasciato il segno sulle pareti. Mi piace l’idea di scalare una di quelle vie che il tempo ha relegato in un angolo, pochissimo ripetuta e ancor meno conosciuta, voglio salire e… capire.

Millenovecentosettantotto, Scarponi ai piedi e nuts d’epoca, forza e coraggio, bravura e passione, intuito e logica. Duemilatredici uno “stile” che sembra essere un’ invenzione moderna, tanto da riempire riviste, creare meeting e discussioni, schiodare vie… Forse per sentirsi “a volte” più bravi e senza usare la reclamizzata acqua “puliti dentro”!

Seicento metri di ripido sentiero ci depositano alla base della via, lo sguardo è rapito verso l’alto, il freddo entra dentro aiutato dall’umidità nell’aria. Ci prepariamo il più velocemente possibile, parto e le mani diventano subito insensibili, un po’ di paura mi esce dalle orecchie. Paura di cadere dal Cielo a testa in giù! Paura di non sentire gli appigli che tiro. Ma la conosco questa “paura”, so che poi si scalderà, mi farà scendere le lacrime dagli occhi dal dolore, ma come per incanto… sparirà!

Salgo e attrezzo le soste, una, due. Salgo e uso gli “amici” americani. Fessure adatte, di ogni dimensione. Roccia sana, pulita e ricca di appigli. Una bella via, scorrevole e “vergognosamente” poco ripetuta.

Grado, verticale e Dolomitico. Le gambe spaccano a destra e sinistra lungo diedri aperti, nessun chiodo, pochi chiodi ricoperti di ruggine, arrampicata pulita, libera e naturale.

Ci alziamo velocemente e il Cielo che prima era azzurro si tinge di grigio. Trovo alcuni passaggi più complicati a causa del bagnato, ma i provvidenziali Friends mi danno la sicurezza necessaria per progredire…

I pensieri corrono a ritroso nel tempo, ricordo Renato Casarotto in cava a Nembro intento ad allenarsi. Lo ricordo alto, robusto e silenzioso… Chissà se questa via è mai stata ripetuta d’inverno? Chissà che qualcuno non ci pensi… in stile pulito!

La sommità è una cima conosciuta. Quattro chiacchiere, i soliti saluti con gli escursionisti che salgono e scendono, e ci incamminiamo verso valle. Non abbiamo diritto a nessun premio ma abbiamo sicuramente guadagnato nel “sapere” e vedere con i nostri occhi e le nostre braccia che molto tempo fa il moderno attuale era già vecchio!

Ivo Ferrari

IVO FERRARI 2013
10/06/2013 – Pareti che si chiamano Montagne, le Piccole Dolomiti
30/05/2013 – A Federico, la via sulla Presolana di Castione ti entra dentro.
27/05/2013 – Sul Pilastro Lomasti: la via Lomasti – Ricchi, di Ivo Ferrari
20/05/2013 – Via Del Risveglio sulla Parete Rossa di Catteissard
14/05/2013 – Sete d’Oriente al Castello Provenzale
17/04/2013 – Ho sentito le sirene cantare (Monte Gallo, Sicilia)
12/04/2013 – Sperlonga, l’arrampicata tra memoria e bellezza
04/04/2013 – La via Annamaria sulla Pala del Cammello
25/03/2013 – Grazie Heinz (Grill)
03/01/2013 – Hellzapoppin’, viaggio a ritroso nella storia dell’arrampicata

Click Here: All Blacks Rugby Jersey

Parete Ovest della Torre Egger, prima salita per Della Bordella e Schiera

Sabato 2 marzo, Matteo Della Bordella e Luca Schiera hanno aperto una nuova via che per la prima volta sale la parete Ovest della Torre Egger (Gruppo del Cerro Torre, Patagonia).

“Vetta ieri e discesa finita ora, siamo alla tenda. E’ stato allucinante, 4 giorni durissimi e di devasto ma ce l’abbiamo fatta. Grazie a tutto il gruppo Ragni”. La vetta è quella della Torre Egger, in Patagonia. L’sms è di Matteo della Bordella e Luca Schiera. E l’avventura che hanno appena concluso è la prima salita della difficile e pericolosa parete Ovest. Un lungo viaggio, quasi una “battaglia”, iniziata come molti ricorderanno da Della Bordella e Matteo Bernasconi nel 2011, proseguita lo scorso anno e ora (sabato con la vetta e ieri con il ritorno alla base) portato a termine con quet’ultimo rush finale, non a caso definito “devastante”, da Della Bordella e Schiera.

L’ultima puntata, quella di quest’anno, è iniziata lo scorso gennaio con l’arrivo in Patagonia. Del team, oltre a Della Bordella e Bernasconi, questa volta faceva parte anche Luca Schiera, giovane alpinista 22enne di Alzate Brianza alla sua prima volta in Patagonia. Dopo una salita di “allenamento” sulla via Festerville all’Aguja Standhardt, i tre hanno inziato il loro “appostamento” per cogliere il momento propizio, ergo la finestra meteo giusta. E’ un’attesa lunga e “scomoda”, visto che l’avvicinamento alla parete è lungo, complicato e anche pericoloso. I tentativi vengono continuamente rintuzzati dal maltempo finché il tempo prefissato per la spedizione scade. Così Matteo Bernasconi, la scorsa settimana, deve rientrare (per partecipare al corso istruttori delle guide alpine). Della Bordella e Schiera, invece, decidono di continuare, posticipano il rientro e… continuando a battere il chiodo. Sembra un azzardo, in molti (e per primi i Ragni) incrociano le dita. Ancora nessuno poteva saperlo, ma ad aver visto giusto sono stati loro.

Dopo 7 giorni nella loro tenda sul ghiacciaio in attesa dell’annunciata finestra di bel tempo, Venerdì scorso arriva il momento. Matteo e Luca attaccano nella notte tra giovedì e venerdì. Venerdì pomeriggio raggiungono il Colle Giongo – De Donà (anche conosciuto come Col del Lux) seguendo una linea in parte diversa da quella dell’anno scorso. ovvero 4/5 lunghezze che evitano il grande strapiombo e che nei precedenti tentativi erano state considerate pericolose perché cariche di neve. Bivaccano. Riprendono la salita e sabato raggiungono la vetta della Torre Egger. Ora bisogna scendere, un compito per nulla facile vista la parete. Sabato notte bivaccano prima del tratto più pericoloso e più soggetto alle scariche che (presumibilmente) affrontano nelle prime ore del mattino. Poi l’arrivo alla loro tenda sul ghiacciaio. Sono le 19,30 (ora italiana) e sono distrutti. E’ la fine di tre anni di avventure e di sforzi. L’ultimo atto di questi 1100m di via che segna anche la prima salita completa che, in qualche modo, affronta la parete Ovest della Torre Egger. Una vetta che Matteo Della Bordella e Luca Schiera vogliono condividere con Matteo Bernasconi. Adesso aspettiamo tutti i particolari per capire un po’ meglio il tutto. Ciò che è sicuro è che la storia della parete Ovest della Egger viene da lontano ed è direttamente legata all’alpinismo italiano ma anche a quello dei Ragni.

A tentare per prima quel versante fu nel 1985 una spedizione guidata da Gino Buscaini. Poi, nel 1989, la storia fu portata avanti dai Ragni di Lecco Paolo Crippa e Maurizio Maggi (che di quella prima spedizione dell’89 facevano parte) e da Eliana De Zordo. Dopo il rientro di Maggi in Italia, Paolo ed Eliana continuarono da soli il loro tentativo, ma non fecero mai più ritorno. Una tragedia che ha lasciato il segno e ancora adesso commuove non solo l’ambiente alpinistico lecchese. La storia va avanti. Così nel 1992 è la volta di Maurizio Giarolli, Andrea Sarchi e Odoardo Ravizza che salgono fino all’intaglio della Punta Herron. Mentre nel 1999 tocca ad Ermanno Salvaterra e Mauro Giovannazzi con una via che sfruttando lo spigolo della Ovest sale alla Punta Herron. Nel 1996 punta invece al centro della parete il coraggioso tentativo diretto di Lorenzo Nadali, Pietro Dal Prá e Andrea Sarchi che si scontra con la pessima roccia e il grande tetto che caratterizza la parte inferiore della parete. Nel 1997 a scendere in campo è ancora Ermanno Salvaterra insieme ad Adriano Cavallaro: il loro tentativo punta al Col del Lux ma si infrange dopo 300m per la pericolosità e le continue scariche della parete. Ora questa salita che – in parte segue il tentativo di Salvaterra – Cavallaro – dà sicuramente conto di una caparbietà e anche di un coraggio non comuni.

Click Here: Aston Villa Shop

Video: ci vediamo giù!

Il video di Benjamin Letham e i suoi voli in parapendio in Svizzera.

Questo video è stato girato il mese scorso in Svizzera e comprende un volo dalla vetta del Monch ed un’altro volo attorno alla parete nord dell’Eiger. “Come alpinista è stato incredibile vedere la parete nord dalla mia tuta alare! Questo video non esprime altro che la gioia dei momenti che possiamo trascorrere in montagna, e quanto questi momenti possano essere condivisi con buoni amici.”
Click Here: Newcastle United Shop

Col Armand Charlet, couloir nord-est in sci e snowboard

L’8 maggio 2013 Davide Capozzi, Julien Herry e Luca Rolli hanno disceso in sci e snowboard il couloir nord-est del Col Armand Charlet, Monte Bianco.

Segnaliamo un’altra bella discesa di Davide Capozzi, Julien Herry e Luca Rolli che l’8 maggio scorso hanno disceso il couloir nord-est del Col Armand Charlet nel gruppo del Monte Bianco. La linea era stata sciata per la prima volta dal francese Emmanuel Ballot nel 1993 ma ad oggi contava poche ripetizioni e forse nessuna discesa in snowboard. Evitando una goulotte Capozzi, Herry e Rolli hanno semplificato la linea di salita affrontando soltanto tre tiri di misto  – con le scarpe da snowboard. Come dice Capozzi, è stata una “bella intuizione” alla fine di una “primavera incredibili”.


COL ARMAND CHARLET – COULOIR NORD-EST
di Davide Capozzi

Era da tempo che ne parlavo con Julien e Luca di come sarebbe stato bello sciare lassù. Il Col Armand Charlet avevo avuto la fortuna di sciarlo nel 2008 ma dal versante sud, con i miei amici Laurent Dupré, JB Charlet, Lionel Hachemy e Christophe Marteau e già allora ero rimasto impressionato, quando mi ero affacciato sul versante nord.

Tutte le volte che passavamo nel ghiacciaio dell’Argentière il nostro sguardo finiva lì, ma il motivo che ci aveva sempre respinto ad andare erano quei trecento metri di goulotte che bisognava affrontare prima di poter raggiungere quel stupendo canale sospeso tra l’Aiguille du Jardin e la Grande Rocheuse. Quest’anno un’intuizione di Julien e l’eccezionale innevamento di questo periodo ci hanno fatto venir voglia di provare. In effetti passando sulla destra della goulotte, si affrontano tre lunghezze di misto che permettono di raggiungere il canale innevato.

Mercoledì 8 maggio, dopo una breve dormita al rifugio dell’Argentière siamo partiti alle 3 di notte, rapidamente abbiamo raggiunto il misto che ci ha impegnati per parecchie ore, con il primo sole abbiamo iniziato a risalire il canale fino ad arrivare al colle intorno alle 10:30 del mattino. Non pensavo fosse così lungo!

La neve in discesa è stata bella fino a quasi il raggiungimento del tratto di misto, poi il caldo della giornata aveva appesantito molto la neve nella parte bassa, comunque sempre sciabile. Per me è stata non solo una stupenda discesa ma anche una bella salita. L’insieme di questi due elementi, riassumono il massimo di quello che oggi mi piace fare in montagna.

Il Couloir nord del Col Armand Charlet era stato sciato per la prima volta il 14 febbraio del 1993 dallo sciatore Emmanuel Ballot. Noi evitando la goulotte e semplificando la linea abbiamo fatto solo 3 calate. Julien “Pica” Herry ed io in snowboard e Luca Rolli in sci. Non siamo a conoscenza di precedenti discese in snowboard, ci informeremo.

5,4 E3, 1000m, 50°

Click Here: IQOS White

Artists and authors discuss their unique notions of ‘homeland’

Thirty authors, poets and scholars from 10 countries and regions participated in Shanghai International Literary Week this year, appearing at dialogues, workshops, book launches and other events from Aug 13 to Monday.

Shanghai International Literary Week has been a part of the Shanghai Book Fair for the past nine years. The opening forum of the festival, which this year was themed “Homeland”, took place at the JIL Bookstore in Hongkou district on Aug 13.

John Howe, an artist from Canada, launched his book A Middle-earth Traveler: From Bag End to Mordor-John Howe’s Sketches of Middle-earth, during the event. Howe illustrates many of J.R.R. Tolkien’s works including The Hobbit, The Lord of the Rings and The Silmarillion. He was also one of the conceptual designers for Peter Jackson’s movie trilogy The Lord of the Rings.

His book was published in Chinese by the Shanghai People’s Publishing House and Wenjing Book. An exhibition of his original sketches and lithograph prints is currently being held at Sinan Mansions through Aug 31. A total of 105 pieces are on display, including some widely popular scenes from The Lord of the Rings.

During the event, the 61-year-old artist spoke about his family history and how his grandparents migrated from Britain to Canada. Howe, who lives in Switzerland with his Iranian wife, then shared his perception of “homeland”, referring to the Welsh concept of hiraeth, which means “the longing for home”.

“Homeland for me speaks of a longing for a home you might never return to, a home which may never even have existed at all,” he says. “It is a notion tied to the collective and the personal past, a nostalgia for what was or should have been.

“This longing for the fantastic and the sublime is like an unbreakable thread that connects one with images outside of us, outside of the world we live in. Homeland is where the imagination lives.”

Ma Yuan, a renowned Chinese novelist, shares his experience of settling down in Xishuangbanna, Yunnan, after he was diagnosed with a malignant tumor. In 2008, he settled in Guniangzhai in the Nannuo Mountains in Xishuangbanna, which is famous for its Pu’er tea.

“Eight years ago, I chose this place as my destination. I became an honorary villager of Guniangzhai and six years later I completed my new novel Guniangzhai. I am completely a part of this place and I will become a handful of dust in the mountains. Guniangzhai will be my ultimate homeland, and where my story ends,” says the 66-year-old novelist.

Xu Zechen, who recently won the prestigious Mao Dun Literature Prize for his novel Going North, also speaks about people’s growing detachment from the land and how the identity of one’s homeland can be lost.

In his dialogue with Japanese author Keiichiro Hirano, the Beijing-based writer says: “I hope that a city, despite its growth, can retain the passage where we can return to the past. It should not cut off the past completely and leave us hanging mid-air, becoming modern orphans.”

Click Here: IQOS White

Shanghai orchestra marks 140th year with Edinburgh festival debut

An appreciative audience enjoyed a concert performed by the 140-year-old Shanghai Symphony Orchestra on Monday night.

The show marked the first time a Chinese orchestra has participated in the Edinburgh International Festival, the world’s leading performing-arts event.

The concert featured Chinese and Western works, including Wu Xing(The Five Elements) by leading Chinese composer Chen Qigang and Dmitry Shostakovich’s Symphony No 5 in D minor. Renowned US cellist Alisa Weilerstein collaborated with the orchestra with a performance of Dvorak’s Cello Concerto in B minor.

The concert ended with Beautiful Night, a piece of traditional Chinese music, which garnered a round of applause and cheers from the audience of 2,000, who packed the famous Usher Hall.

“The performance was intriguing and fantastic,” says audience member Rosalind Stoddart, who was visiting the Scottish capital from Northamptonshire, adding that she was very impressed by Chen’s opening piece.

“The music was very Chinese, which I haven’t heard before … It was beautifully played-very exciting and experimental,” she says.

Click Here: habitat tord boontje

Ancient beauty: Summer Palace through a photographer’s lens

The Summer Palace, an ancient royal garden, sits in the western suburbs of Beijing. Longevity Hill and Kunming Lake dominate its picturesque landscape, which covers an area of 2.9 square kilometers.

The site features a variety of palaces, gardens and other structures built in an ancient architectural style, as well as a priceless collection of cultural relics. It was among the first group of historical and cultural heritage sites in China placed under special state protection.

Click Here: habitat tord boontje

Photographer Li Jianhui, a member of the China Photographers Association, has documented the beauty of the Summer Palace using his camera. Let’s take a look.

GraMitico 2014, il boulder meeting in Valle di Daone

Il report del primo GraMitico, il raduno boulder che si è tenuto in Valle di Daone (TN) il 13 e 14 settembre 2014.

In uno stupendo week-end di sole la Valle di Daone ha ospitato il 1° graMitico – boulder meeting – dedicato a tutta la comunità degli appassionati dell’arrampicata sui massi, ossia l’arrampicata senza corda a pochi metri da terra protetti dal proprio crash pad, un materasso in schiuma da portare come uno zaino. Il meeting è stato l’occasione per fare conoscere ai tanti appassionati di questa giovane disciplina il nuovo Boulder Park voluto dalla Amministrazione Comunale di Daone in loc. Plana e realizzato grazie anche al sostegno finanziario della Comunità di Valle delle Giudicarie e del Consorzio Turistico Valle del Chiese.

In questi angolo di foresta ai piedi della cascata di Lert, infatti, sono stati puliti una trentina di massi, è stato livellato il terreno alla base dei blocchi con trucioli di larice, si sono rimossi ostacoli pericolosi, tracciati sentieri di collegamento tra le diverse aree. Si è lavorato, insomma, per creare un’area attrezzata adatta ai tanti sportivi che solitamente praticano questa disciplina nelle sale boulder urbane e vogliono provare l’emozione di scalare su blocchi in granito; per accogliere le famiglie, anche con bambini; per avvicinare a questa pratica sportiva quanti ne sono affascinati incrementando le presenze turistiche con l’attenzione, però, a ridurne l’impatto sulla natura.

I blocchi di granito, il bosco, i ruscelli che scorrono ai piedi dei massi creano un ambiente di favola, un vero e proprio paradiso, ideale per una vacanza all’insegna dello sport nella natura.
Il Boulder Park sarà completato nella prossima primavera con percorsi segnalati che porteranno grandi e piccoli a scoprire passo per passo tecniche, movimenti ed equilibri del muoversi sulla roccia. E, accanto a questi, saranno realizzati anche alcuni servizi come aree sosta, toilette, segnaletica in loco e in avvicinamento, perché l’area si caratterizzi quale punto di incontro e condivisione.

Click Here: Putters

Ma torniamo a GraMitico.
Più di duecento appassionati hanno provato a scalare massi facili ed estremi, si sono sfidati a squadre cercando con il gps i massi da scalare, hanno ammirato e condiviso la loro passione con grandi campioni.

Due grandi atleti del boulder mondiale sono state le star di GraMitico. Jacky Godoffe – uno dei più grandi maestri di questa disciplina – e Christian Core Campione Mondiale di boulder nel 2003. I due grandi campioni hanno trascorso le due giornate condividendo la loro passione, provando nuovi boulder, distribuendo consigli e simpatia.

Ambedue hanno avuto parole di elogio per quanto realizzato dal Comune di Daone: Godoffe si è fermato in valle l’intera settimana, dopo avere tracciato ad Arco le pareti del Campionato Europeo Giovanile, mentre Christian è arrivato accompagnato dalla moglie Stella Marchisio – una delle migliori boulderiste italiane e le due figlie di 3 anni che come tanti altri bambini non hanno perso un momento per scalare i sassi preparati per loro.

Da non dimenticare il grande lavoro dei volontari che, guidati dalla Pro Loco di Daone, hanno dato il meglio di sé per accogliere i quasi duecento partecipanti, hanno curato la logistica, hanno organizzato cena, pranzo, colazione e riscaldato gli animi con la loro simpatia e il grande falò serale. Un ringraziamento anche agli operatori turistici della Valle di Daone che hanno offerto un gustoso aperitivo di benvenuto.

Il Boulder Park è il primo intervento di Valdaonexperience, un piano pluriennale di sviluppo del turismo outdoor in Valle di Daone, per farne un riferimento per quanti amano lo sport nella natura – climbers, trekkers e bikers.

Info: www.valdaonexperience.it