Nuova falesia ad Anavra in Grecia

Christos Boukoros presenta Anavra sector D – The Big Caves, la nuova falesia, ancora tutta da chiodare, che promette di diventare il nuovo punto di riferimento per la Grecia centrale.

Negli ultimi anni, dopo aver scoperto e chiodato tanti settori nelle montagne di Othris, mi sono messo alla ricerca di qualcosa che sarebbe potuto essere definito come la più bella falesia della Grecia centrale. Dopo mesi di ricerca e domande a diverse persone andando da villaggio a villaggio, alla fine ce l’abbiamo fatta! Questa falesia ha di tutto! Calcare di ottima qualità, altezza fino a 80m, 3 piccole grotte, strapiombi, settori verticali, fessure… proprio di tutto! La cosa più importante però è che si può scalare quasi tutto l’anno, visto che la falesia rimane all’ombra parzialmente anche durante l’estate. E poi… è come una isola persa, non si vede dalla strada, da nessuna parte, nascosta!

Dopo la scoperta ci siamo messi a lavorare, a migliorare il sentiero, portare su il materiale… e chiodare! Per adesso abbiamo chiodato soltanto le prime 5 vie, 2 delle quali molto dure e non ancora finite… mentre le altre 3 vanno dal 6b al 6c+. Ma mi sono promesso di tornare molto presto a questa grande falesia che, quando del tutto sviluppata, potrebbe ospitare fino a 200 vie!

Per arrivarci bisogna partire dalla città di Almyros, e dopo 40 km si raggiunge il paese di Anavra. Si segue la strada sterrata in direzione “Castello di Mortzia” e dopo 8 km si arriva ad un punto dove si parcheggia la macchina. Attenzione però, gli ultimi 500m della strada sono di pessima qualità e soltanto fattibile con un fuoristrada. Da qui si riesce ad intravedere la falesia, e un sentiero porta giù in 30 minuti al settore e al torrente, dove si può campeggiare. Le coordinate GPS sono: 39.1214708582 N, 22.5272784525 E

Chris Boukoros

27/04/2011 – Arrampicare in Thessalia, Grecia

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Bafomet, primo M14 in Polonia

Il 17/02/2013 Michal Król e Marcin Gasienica-Kotelnicki hanno entrambi salito Bafomet, la prima via di drytooling gradata M14 della Polonia.

Anche in Polonia esiste ora una via di dry-tooling gradata M14. Gli autori della recente libera sono Michał Król e, subito dopo, Marcin Gąsienica-Kotelnicki che giovedì 7 febbraio hanno liberato la via Bafomet in una grotta sopra il paese di Zakopan nei Monti Tatra che ospita altre vie di rilievo come Therion M13, Omen M12, Samael M12, Szatańskie Wersety M9+.

La nuova via è lunga 30m si snoda attraverso un bel tetto caratterizzato da grandi allunghi, complicati rovesci e tre sezioni chiave. Per la prima libera ci sono voluti 25 minuti. “Quando l’anno scorso abbiamo aperto la vicina Therion” ci ha spiegato Król “ci siamo resi conto che nella grotta c’era un’altra linea, forse addirittura ancora più difficile. Abbiamo iniziato a provarla a metà dicembre, ma solo quando siamo riusciti a salire la prima metà abbiamo capito che sarebbe stata fattibile. Anche se non era certo facile per via del difficile boulder iniziale. Una volta ho persino rotto una picca. Avevamo bisogno del giorno giusto! Un po’ di pace, forza e… fortuna. Giovedì scorso quel giorno è arrivato!”


Michał Król

Arrampicatore, alpinista e guida alpina. Tra le sue salite spiccano
Invisible Airwaves 5.10, A2+, Looking Glass, North Carolina, Smoky Mountains, USA
Lotos Peak 5620m, VIII-, M6, 750m, nuova via, Miyar Valley, Himalaya Pradesh, India
Tama Donog 5245m, VIII-, 1000m, nuova via, Miyar Valley, Himalaya Pradesh, India
Geruda Peak 5640m, VII+ 1x AO, 900m, nuova via, Miyar Valley, Himalaya Pradesh, India.
Pharilapcha 6017m, Dzień Niepodległości M7, WI5, 1300m, nuova via, Khumbu Valley, Nepal
Pik Vernyi 5150m, Cztery pory roku M8- WI5, nuova via, Kyrgyzstan
Utok na spicu hit parady M7+, WI5, Tatra
Omen M12, Tatra
Il Balcone sul Paradiso M10+ , Valsavarenche, Italia
Alicja w krainie czarów M7, WI5, Tatra
Therion M13, Tatra
Samael M12, Tatra
Bafomet M14, prima salita, Tatra

Marcin Gąsienica-Kotelnicki
Arrampicatore, alpinista, membro del soccorso alpino. Tra le sue salite spiccano
Misterium Nieprawości X-, Mnich, Tatra
Metallica IX+, Mnich, Tatra
Saduś IX-, Mnich, Tatra
Mordor X/X+ (8b), RP
Omen M12 prima salita, Tatra
Samael M12 prima salita, Tatra
Therion M13 prima salita, Tatra
Bafomet M14

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Climbing Trip to the USA – Part 2

Il tour arrampicata negli USA di Giambattista Calloni, Manrico Dell’Agnola (CAAI) e Marcello Sanguineti (CAAI). La seconda puntata: Colorado: The Diamond, once more!

È proprio vero che “l’appetito vien mangiando”! Prima che termini la giornata di riposo dopo la Casual Route, ci prudono di nuovo le mani. Il meteo per l’indomani è discreto, mentre è ottimo per il giorno ancora successivo. Non possiamo esimerci da un’altra via sul Diamond! La scelta cade su Pervertical Sanctuary, aperta nel 1975 da Olevsky e Dodds, che la valutarono 5.11a. Attualmente il consensus – come dicono gli Americani –  è di “solo” 5.10c/d, ma attenzione: c’è di mezzo l’off-width e questo rende i gradi molto relativi… L’itinerario si sviluppa all’estremità sinistra della parete, a fianco della colonna dell’Obelisk. Offre un’entusiasmante arrampicata,  esposta e con fessure di tutte le misure: si va dall’incastro di dita a quello di pugno e di avambraccio, fino ai perversi incastri fuori misura.

Questa volta decidiamo di bivaccare al Chasm Lake. Oltre a consentirci di attaccare presto, evitandoci gli eventuali temporali pomeridiani, questo ci permetterà di scattare con calma qualche foto dell’avvicinamento e della parete – oltre a farci godere tramonto e alba ai piedi di questo gioiello di granito nel cuore delle Rockies. Arriviamo al Chasm Lake troppo tardi per aggiudicarci il posto migliore, noto come Hilton Bivy (valutato a cinque stelle dai local). A questo punto, la scelta è fra la Snow Cave (una stella), il Grappa Bivy (due stelle, secondo la “guida Michelin” del posto) e il Cave Bivy (tre stelle). Ci aggiudichiamo quest’ultimo, situato in una grotta contro una parete secondaria a lato del lago. Ne prendiamo possesso entusiasti e, dopo una cenetta a base di liofilizzati, ci tuffiamo nei sacchi a pelo e puntiamo la sveglia poco dopo le 4. ll programma è di partire al più presto, per evitare di avere  davanti cordate sul North Chimney, dove la roccia è molto instabile.

Prima delle 5, Manrico ed io siamo già in cammino verso l’attacco della parete. Garafao non ha intenzione di passare la giornata a giocare con le jumar, quindi ci aspetterà al bivacco e si occuperà della documentazione fotografica della parete e dei dintorni.

Percorriamo il North Chimney quasi di corsa: Garafao ha dimenticato in auto il libro  che avrebbe dovuto aiutarlo a ingannare l’attesa e non vorremmo far aspettare il nostro amico troppo a lungo. Arrivati alla Broadway Ledge, scopriamo che una cordata ci ha preceduti. Pazienza, ne approfitteremo per farci foto a vicenda e arricchire la documentazione della salita. I due local che hanno appena attaccato non ci sembrano velocissimi e, con la presunzione di passare avanti, proviamo ad attaccare un po’ più a sinistra, per poi rientrare a destra e superarli all’inizio del diedro che ci sovrasta. Il nostro ingenuo tentativo si rivelerà un clamoroso fuori-via e ritorneremo bastonati sui nostri passi, accodandoci ai due tizi e rassegnandoci ad aspettare non poco ad alcune soste.

Dopo un paio di lunghezze con piacevoli incastri di mano, arriva il tiro-chiave, sul quale fanno comparsa i dolorosi incastri di dita. L’arrampicata, però, è spettacolare e non possiamo certo lamentarci! Tra l’altro, uno dei componenti della cordata che ci tiene compagnia è una biondina dallo sguardo gelido e dalle labbra strette, che accompagna i passaggi più duri con urletti e gemiti niente male. Decisamente un piacevole diversivo, nell’eccitante verticalità del Diamond! Il suo socio accenna una smorfia non molto amichevole ogni volta che Manrico ed io ci scambiano sguardi e occhiatine divertite. Ok, meglio non far caso alla biondina e concentraci sulla scalata…

Verso la fine della via, proprio quando pensiamo di aver fatto il grosso del lavoro, arriva un’altra delle sorprese che il Diamond riserva ai suoi ospiti. Parto per il terz’ultimo tiro e, arrivato al termine, ho la pessima idea di concatenarlo con quello successivo. Non mi rendo conto di quanto mi abbiano stancato gli incastri fuori misura della lunghezza precedente. Noncurante del fatto che stiamo scalando a oltre 4000 metri su un terreno che non è certo il nostro pane quotidiano, proseguo. Dopo una ventina di metri, mi ritrovo alla partenza dell’off-width d’uscita: dieci maledettissimi metri che la stanchezza, insieme a mani, braccia, piedi e ginocchia doloranti, mi fanno sembrare un pugno nello stomaco. Come se non bastasse, quando cerco di pescare dall’imbrago un friend #4, mi accorgo di non averne più: mi sono giocato sotto quello che avevo. Ben mi sta: un Camalot del 4 è sufficiente se si fanno i tiri come si dovrebbe, non se uno fa il furbo e li unisce. Stringo i denti (e non solo quelli) e mi tuffo dentro la fessurona, incastrando gluteo e piede destri e facendo opposizione con il gomito e il palmo della mano. Dopo un po’ che procedo in questo modo, finalmente esco su una cengia che mi sembra la terra promessa e faccio sosta. Manrico arriva a sua volta provato da questi due diabolici tiri; parte deciso per la lunghezza che porta alla Table Ledge solo dopo aver imprecato abbondantemente contro quella dannata fessura fuori misura a 4000 metri e aver ripreso fiato.

Visto che ci siamo aggiudicati la cumbre due giorni prima, questa volta non proseguiamo in vetta per la Kiener’s Route, ma scendiamo lungo le doppie sulla D7 (la via aperta nel 1966 da Dalke, Goss e Hurley) fino alla Broadway Ledge, poi arriviamo alla base del North Chimney sfruttando le doppie della Crack of Delight.
 
Rientrati al posto da bivacco, troviamo un Garafao più carico del solito – forse complice il whiskey che gli ha offerto la coppietta arrivata nella notte e che il nostro amico ha pensato bene di tracannare a stomaco vuoto. È contento come una Pasqua e lo manifesta nel modo che gli è più congeniale: mentre ordiniamo il materiale ci spara una serie di foto cambiando posizione e impostazioni con la velocità di un fulmine…

La discesa dal Chasm Lake è di “soli” 6 chilometri, invece degli 11 che ci eravamo “succhiati” due giorni prima dalla vetta del Longs Peak: in poco più di un paio d’ore arriviamo alla nostra Chrysler. Rientrati a Estes Park, optiamo per una cena a base di pizza: discreta, ma decisamente cara. Decidiamo di compensare il salasso dormendo sotto le stelle e risparmiando anche sul campeggio. Una radura nei pressi della Route 7 fa al caso nostro. Con due vie sul Diamond in tasca in una manciata di giorni, ci sembra più comoda di una camera in un hotel di lusso…    

Thanks to:
Karpos/Sportful: abbigliamento per il tempo libero e l’outdoor.
Totem Cams: new high performance cams for climbing.
Climbing Technology: climbing equipment.
Dolomite: calzature per alpinismo, trekking e outdoor.

di Marcello Sanguineti (CAAI)

CLIMBING TRIP TO THE USA 2012
– Climbing Trip to the USA – Part 1

Cervino, Via Casarotto – Grassi al Pic Tyndall per Farina, Cazzanelli e Ferraris

Nel week-end del 17-18/11/2012 Marco Farina, François Cazzanelli e Roby Ferraris hanno effettuato una veloce e bella ripetizione della via aperta da Renato Casarotto e Gian Carlo Grassi nel 1983 sulla Parete Sud del Cervino che esce sul Pic Tyndall (ED / 1300mt ). Si tratta della probabile terza ripetizione della via dopo quella di Barmasse-Cazzanelli-Tamone nel Febbraio 1984 e di Hervé Barmasse nel 2000. Il report di Marco Farina.

Di nuovo sul Cervino, di nuovo la stessa cordata, io, Francois e Roby. E’ la terza via che facciamo insieme nel cuore della “Gran Becca”, dentro questa immensa parete sud. Questa volta è la via che nel 1983 Renato Casarotto e Giancarlo Grassi aprirono sul triangolo, che fa da scudo al Pic Tyndall, in piena parete.

Dopo aver preso qualche informazione frammentaria sulla via (avendo solo due ripetizioni in 29 anni…) l’indomani decidiamo di partire alle 05:00 con gli sci da Cervinia, nelle nostre teste sapevamo solo una cosa, la giornata sarebbe stata lunga !

Arrivati alla base, abbiamo attaccato il canale che da accesso alla parete, un imbuto di roccia e ghiaccio con un dislivello di 600m con pendenze fino ai 70°, non particolarmente difficile, dato che abbiamo trovato il tempo di chiacchierare del più e del meno… Dopo due ore di misto, togliamo i ramponi e le piccozze per dar spazio alla roccia, una parete di 400mt che si staglia contro il cielo.

La prima parte, un concentrato di placche verglassate ci ha portato davanti ad un muro dove abbiamo trovato il primo chiodo di via. Superato la sezione più difficile, con un lungo traverso verso destra ci siamo portati alla base di un diedro poco marcato, superato quest’ultimo verso destra su roccia più sana, anche se più difficile e poco proteggibile, ci siamo trovati alla base di un terrazzo con un diedro fessurato e due chiodi rossi ad una decina di metri d’altezza.

Nella seconda parte, dopo l’uscita del diedro, la parete si presentava più appoggiata, ma scalando ci siamo portati più a destra proprio in piena parete, trovando difficoltà abbastanza impegnative per la pessima qualità della roccia. Rallentati da un imprevisto, siamo arrivati in cresta alle 16.00, sapendo di poter godere ancora di un’ora di luce per salire verso la testa del Tyndall e ridiscendere fino a valle.

Usciti sulla cresta De Amicis, gli ultimi raggi di sole ci hanno regalato un spettacolo di luci e ombre su tutte le montagne che circondano il Cervino. Sulla via normale (Cresta del Leone ) il fascio di luce delle nostre frontali ci ha accompagnati fino agli sci e poi giù fino in paese. Che dire… una giornata lunga ma sicuramente con un bagaglio di emozioni in più ed un buon allenamento come inizio stagione.

Marco Farina

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Shanghai STAR Market has stable first month

Shanghai’s tech-focused STAR Market achieved a stable debut with reasonable stock price fluctuations in its first trading month, underpinned by pilot market-oriented mechanisms, the Shanghai bourse and analysts said.

Share prices of all the 28 listed firms on the STAR Market, or the sci-tech innovation board, rose from their offer prices as of Wednesday’s close-a month after the market started trading on July 22-and were up by 171 percent on average, the Shanghai Stock Exchange said in an announcement on Wednesday.

Behind the stock price gain was investors’ high interest in the new board.

During the first trading month, daily turnover of the STAR Market was 25.4 billion yuan ($3.6 billion) on average, accounting for 13.8 percent of the total turnover of 1,500 SSE-listed firms, SSE data showed.

Investors’ excitement has been gradually turning into rationality, the SSE said, citing that the percentage of shares that changed hands on the STAR Market had reduced from the 78 percent on July 22 to about between 10 percent and 15 percent.

Price fluctuations were within a reasonable range, as only four STAR stocks had hit the 20 percent daily price gain limit as of Wednesday, according to the SSE.

When the STAR Market debuted on July 22 with the first batch of 25 public firms, stock prices of the listings soared by an average of 140 percent from offer prices amid high investor spirits.

STAR stocks then registered robust gains despite the weak performance of the main board. The gain momentum was broken in the third trading week, when prices of STAR stocks fell by 10.5 percent on average, according to financial information provide Wind Info.

On Thursday, prices of STAR stocks fell by 1.9 percent on average.

“The overall performance of the STAR Market saw the full pricing-in of opinions from bulls and bears, an uptrend with fluctuations, and a return to rationality,” the SSE said in the announcement.

Relaxed price fluctuation limits have enabled the STAR Market stocks to be more timely priced, leading to higher pricing efficiency than the main board, according to analysts from Shenwan Hongyuan Securities.

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Securities regulators lifted price fluctuation limits for STAR stocks in their first five trading days, and thereafter a 20 percent daily price fluctuation limit is effective, versus a 10 percent limit on the main board.

Analysts expect trading on the STAR Market to become more rational in the medium term, with valuation levels to better reflect company fundamentals. Firms with strong fundamentals may sustain high valuations, while weaker ones may see a marked divergence in stock price performance.

The market-oriented initial public offering mechanism of the STAR Market, or the registration-based IPO system, also showed its effect, with the 28 STAR listings’ price-to-earnings ratios of offer price varying from 18 to 269, according to SSE data.

This marked a difference from the main board, where almost all new offerings are priced at a maximum of 23 times earnings under the approval-based IPO system.

The SSE also disclosed that during the first trading month of the STAR Market, it strengthened supervision on illegal trading and dealt with eight cases of abnormal trading behavior on the new board.

Shi Jing contributed to this story.

Zidane: Bale wants to stay at Real Madrid and we will count on him

The Frenchman expects the Wales international to play a key role at Santiago Bernabeu again this season, despite having been linked with a move away

Zinedine Zidane has insisted that Gareth Bale wants to remain at Real Madrid amid ongoing speculation surrounding his future.

The Welshman was expected to leave the club earlier this summer, with the Blancos boss publicly declaring that he was no longer in his plans for the 2019-20 campaign.

However, a proposed switch to China ended up falling through and Bale finished Madrid’s pre-season back in the first-team squad.

Zidane has since performed a complete U-turn regarding Bale’s future at Santiago Bernabeu, revealing he would be staying in the Spanish capital before a season opener against Celta Vigo.

Bale started for Madrid as they opened their account for the new season with a 3-1 away win and he is in line to retain his place in the starting XI this weekend against Real Valladolid.

Speaking ahead of Saturday’s clash at the Bernabeu, Zidane reiterated his stance on Bale, urging the mercurial winger to prove he is a “big player” once again.

“What has changed is that the player is going to stay, nothing else,” the Frenchman told a press conference. “The important thing is that the player wants to stay, and we will count on him. He has shown he is a big player, and he must show again the player that he is.

“The other day he played a good game. But not just in what he is good at. He worked hard defensively. We have to stay on that path. Gareth, all of them.

“We know we need to improve, to achieve important things. And they all will.”

Zidane went on to address James Rodriguez’s position in Madrid, with talk of a transfer away from the club still swirling amid reported interest from Serie A giants Napoli.

The Colombian returned to the Bernabeu at the end of last season following a two-year loan spell at Bayern Munich and had been touted for a permanent exit.

However, Zidane is adamant he will also be relying on Rodriguez to help Madrid fight for trophies across all fronts this term, as he added: “James is the same. He plays football very well.

“We are happy to have him back here, and I will count on him as one more, and he is happy to be here. What counts is what happens from here. There are many games and I will count on all the players.” 

When asked if James will replace the suspended Luka Modric in Madrid’s line up against Valladolid, Zidane responded: “We will have to wait and see – who will start, and who will be in the squad.”

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Leggimontagna 2012 – i vincitori

Il 21 e 22 settembre 2012 a Tolmezzo sono stati consegnati il premi della 10a edizione di Leggimontagna premio di letteratura e filmati-video promosso dall’Asca.

Sono state 140 le opere e gli elaborati che hanno partecipato al concorso di letteratura nelle sue 4 sezioni di questo 10° Leggimontagna, un appuntamento, dedicato alla letteratura di montagna (da 7 anni esteso anche agli audiovisivi), ormai diventato un classico in terra friulana. Quest’anno la kermesse, promossa dall’Asca, l’Associazione che raggruppa le sezioni Cai della Carnia, Canal del Ferro e Val Canale, in collaborazione con la Nuova Pro Loco Tolmezzo e il Bim-Tagliamento, Bacino Imbrifero Montano, ha avuto come cuore la piazza di piazza XX settembre a Tolmezzo con incontri con gli autori ma anche con la proiezioni dei film premiati.

Il primo premio nella Saggistica è stato assegnato al giornalista Rai Alberto Folgheraiter per il suo viaggio nel trentino più nascosto raccontato nel volume “I villaggi dai camini spenti”. A vincere per la narrativa, invece, è stato Andrea Gennari Daneri, il conosciutissimo direttore della rivista Pareti, con il suo “Mangart”; un romanzo cinico, ironico, di grandissimo ritmo, che si svela solo all’ultima pagina e che ha per protagonista un alpinista di punta sullo sfondo del Mangart e delle vicende mai dimenticate della guerra di Bosnia. Infine, il primo premio per la sezione Inediti è andato a “Solo con la nebbia” di Domenico Flavio Ronzoni, mentre per la sezione guide ha vinto “I sentieri della Rupe” (ovvero quelli tra Mangart, JofFuart, l’Avanza e il Monte Forato) di Ivo Pecile e Sandra Tubaro.

A vincere la 7a edizione dedicata ai “Filmati – Video” è stato “Piccola Terra” il docu-film di Michele Trentini che testimonia l’intenso e bellissimo viaggio del pluripremiato regista / sociologo tra Valstagna (Canale di Brenta, Valsugana) e Marocco alla scoperta del valore della memoria e dello sforzo per recuperarla ed attualizzarla come speranza per il futuro delle “terre alte”. Un tema quello della speranza e del futuro che c’è sicuramente anche nella sezione dei Video dedicati alle scuole che è stata vinta da “La Fotografia di Natalina”, curato dalla Scuola media “Gf. da Tolmezzo”.

TUTTI I PREMIATI DI LEGGIMONTAGNA 2012:

Filmati-Video: 1° premio “Piccola Terra” di Michele Trentini, realizzato tra Valstagna, Canale di Brenta e Vicenza; 2° posto “Verticalmente demodè” di Davide Carrari, 2012; 3° “Rosanda.Principessa della Valle” di Giorgio Gregorio, 2011.

Video dedicati alle scuole: 1° “La Fotografia di Natalina”, curato dalla Scuola media “Gf. da Tolmezzo”; 2° “Rosso Verzegnis”, sempre della Scuola media “Gf. Da Tolmezzo”; 3° “La casa del pallone” della Scuola media di Forni di Sopra.

Saggistica: 1° “I villaggi dai camini spenti” (Curcu& Genovese, 2011) di Alberto Folgheraiter; 2° “Alpi regione d’Europa” di Marcella Morandini e Sergio Reolon (Marsilio, 2010); 3° “Walter Bonatti – L’uomo, il mito” (Priuli&Verlucca, 2012) di Roberto Serafin

Narrativa: 1° “Mangart” (Pareti e montagne edizioni, 2012), di Andrea Gennari Daneri; 2° “Ritorni a valle” (Luca Visentini Editore, 2011) di Mario Crespan; 3° “Psychovertical” (Edizioni Versante Sud, 2011) di Andy Kirkpatrick.

Inediti: 1° “Solo con la nebbia” di Domenico Flavio Ronzoni; 2° “Stella Cadente” di Enrico Mazzoleni; 3° “Gjigji Pacol” di Adriana Padovani.

Guide: 1° “I sentieri della Rupe” (Editrice COEL, 2010) di Ivo Pecile e Sandra Tubaro; 2° “Ciceria e Monte Maggiore” (Transalpina Editrice, 2012) di Ettore Tommasi; 3° “Trois” (La Chiusa, 2011) di Fabio Paolini.

Narrativa scuole: 1° “Il mondo delle montagne”; 2° “La Pietra della montagna” e “la Montagna”

LA GIURIA. I giurati delle diverse sezioni sono riconosciuti esponenti del mondo dell’alpinismo, del giornalismo, docenti universitari, esperti di cinematografia: Gianpaolo Carbonetto (Presidente della Giuria Saggistica), Bruno Contin, Spiro Dalla Porta Xidias (Presidente della Giuria Narrativa), Sergio De Infanti, Gian Paolo Gri, Francesco Micelli (Presidente della Giuria Giornalismo-Inediti o Guide), Marcello Manzoni, Igino Piutti, Luciano Santin, Andrea Zannini, il direttore della fotografia Dante Spinotti (Presidente della Giuria Audiovisivi), Livio Jacob e Leonardo Quaresima.

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Lagoni trad per Michele Caminati

Michele Caminati ha liberato Il Dado è tratto!, nuova via trad gradata E7 6c a Lagoni

Giovedì scorso, nella sua amata Lagoni nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Michele Caminiati ha liberato la prima via trad della zona, “Il Dado è tratto!”. Si tratta di una linea naturale che “cavalca uno dei rari tetti della zona” con soli due friend ed un nut come protezioni e difficoltà attorno a E7 6c, oppure 7B/B+ boulder.

“L’avevo adocchiata da un paio di anni, mi ero solo calato per controllarla e spazzolarla un po’ poi non ero più tornato” spiega il climber di Parma “ma giovedì, anche grazie alla bellissima giornata e all’aiuto di un amico che ha fatto anche delle riprese, ho avuto tutto il tempo di provarla con calma e testare un po’ di volte le protezioni. Alla fine saltavano sempre tutte finché non ho trovato il fatidico “dado”, l’unico che sembrava reggere in quella piccola scaglia ai margini del tetto.”

Per quanto riguarda le difficoltà Caminati racconta “E’ difficile da paragonare con le vie inglesi, essendo molto strapiombante, fisica e con protezioni tanto vicine quanto brutte, comunque mi sembra almeno un buon E7 6c, o 7b/7b+ boulder.”

Il Dado è tratto! è senz’altro il frutto dell’esperienza con i dadi e friends maturata da Caminati durante due inverni sul gritstone inglese e dimostra ancora una volta quanto il movimento “trad” sta prendendo sempre più piede in Italia. Oltre alle storiche valli che da sempre ospitano vie trad (come la Valle dell’Orco e la Val Masino per citarne solo due), ci vengono subito in mente esempi più recenti come Capo Pecora sviluppata da Maurizio Oviglia in Sardegna, il Cadarese con le sue fessure stile Yosemite sopra l’Ossola e anche la più facile Trad Area in Valle Po, in Piemonte. Poi, ricordando un altro viaggio sul gritstone e i suoi frutti italiani, ci viene in mente la via “Is not always Pasqua” nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Aperta da Mauro Calibani nel 2002 e ripetuta l’anno successivo da Cristian Brenna, dovrebbe essere ancora oggi una delle vie trad italiane più difficili.

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Come animali nella bolla dei temporali, nuova via sul Corno Stella

Nell’agosto 2012 Christian Gaab, Uli Strunz, Benno Wagner, Toni Lamprecht e Paolo Maldi Dalmasso hanno aperto Come animali nella bolla dei temporali (7c, 6c obbl., 450m), nuova via sulla parete nordest del Corno Stella.

Segnaliamo la difficile nuova via di una cordata italo-tedesca composta da Paolo “Maldi” Dalmasso, Christian Gaab, Toni Lamprecht, Uli Strunz e Benno Wagner che quest’estate ha aperto Wie die Tiere in der Donnerkugel, ovvero Come animali nella bolla dei temporali sulla bella parete NE del Corno Stella.

Già l’anno scorso Lamprecht era rimasto colpito da una foto della montagna. Così, dopo aver trasportato tutto il materiale in valle, il gruppo ha aperto dal basso i 13 tiri che corrono a sinistra della prima via della parete, la Via Ellena (G. Ellena, E. Soria, 1932). La cima è stata raggiunta il 14 agosto e due giorni più tardi tutti i tiri sono stati saliti in libera, anche se non in giornata a causa dei temporali. Anche se protetta a spit, a sentire gli apritori servono comunque un set di dadi e friends piccoli per una ripetizione.

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Arête des Cosmiques e Pointe Lachenal Traverse, alpinismo classico sul Monte Bianco

La Guida Alpina Alberto De Giuli presenta due classiche dell’alpinismo nel gruppo del Monte Bianco: l’Arête des Cosmiques e la Pointe Lachenal Traverse.

Alpinismo nel Monte Bianco non sempre è sinonimo di “estremo”, fortunatamente ce n’è per tutti i gusti e difficoltà. E poi a Chamonix c’è la funivia dell’Aiguille du Midi che ti spara da 1080 metri a 3800, catapultandoti nel mondo dell’alta montagna vera in meno di mezz’ora. La funivia offre un gran vantaggio: prendendo una delle prime corse si può effettuare un itinerario classico o una bella arrampicata nei dintorni della Midi, riprendere la funivia nel pomeriggio e ritrovarsi in paese a mangiare un hamburger dopo pochi minuti!
Personalmente trovo che ogni tanto, e soprattutto quando si va in montagna, bisogna lasciare la frenesia del quotidiano giù a valle, e non c’è niente di meglio che passare una notte in rifugio, anche se nel caso dell’alta quota può avere anche i suoi disagi (dormire a 3600 metri tutto di un colpo potrebbe non essere simpatico per il fisico).

A pochi passi dalla Aiguille du Midi ci sono un rifugio, il famosissimo Refuge Des Cosmiques, e due itinerari classici adatti a principianti dell’alta montagna e per chi deve rimettersi in moto dopo un inverno sugli sci: la Pointe Lachenal Traverse e l’Arête des Cosmiques. Come poter combinare questi tre elementi e confezionare una super 2 giorni in alta quota? Se siete interessati, continuate a leggere!

Pointes Lachenal Traverse
Le Pointes Lachenal sono rappresentate da una cresta di neve e roccia che un occhio inesperto potrebbe faticare a riconoscere dalla Aiguille du Midi, perché il Triangle du Tacul è così maestoso che da distante non ti rendi conto che c’è “qualcosa” li vicino.
Tanti arrampicatori le identificano con le bellissime vie di granito della parete sud, ma pochi le conoscono per la traversata di queste tre cime, in arrampicata mista di media difficoltà. E’ un percorso che si può effettuare da Chamonix tranquillamente in giornata, e offre una arrampicata di misto (roccia e ghiaccio si alternano continuamente) ideale come introduzione all’alta montagna.
Le condizioni variano a seconda della copertura di neve, il percorso è generalmente semplice ma più di qualche sezione ripida richiede comunque attenzione e non va sottovalutata.
Guadagnata l’ultima cima con una bella arrampicata (un passaggio di III/IV grado a seconda della copertura nevosa) ci si gode il panorama mozzafiato. Il seracco del Tacul che incombe vicino è a dir poco impressionante, e verso sud hai il Pilier Gervasutti in primo piano, poi spunta il Grand Capucin, la Tour Ronde, Dente del Gigante, Rochefort, Jorasses.
Guardando verso nord abbiamo gli altri 2 elementi del nostro “pacchetto”: il Refuge des Cosmiques e la Arête des Cosmiques, ma a guardar bene la linea di cresta inizia prima del rifugio. Ecco l’elemento sorpresa: l’Arête à Laurence (o à Lolo) è un percorso molto breve ma bello che funge anch’esso da introduzione all’alta montagna e che termina proprio sulla terrazza del Refuge des Cosmiques. Ciò vuol dire che se si vuole proseguire per l’Arête des Cosmiques si deve per forza passare “per” il rifugio, togliendosi scarponi e ramponi, passando per la sala da pranzo e rivestendosi all’uscita dalla parte opposta.
Nel nostro caso, scavalcata la recinzione della terrazza senza ramponi, togliamo gli scarponi e messa tutta la attrezzatura nelle cassette di plastica ci fermiamo al rifugio per la notte. Al Cosmiques solitamente c’è un bel traffico: chi parte per la Cima del Monte Bianco normalmente prenderà la prima colazione dell’una, ci sono poi altri 2 turni (uno alle 3 e alle 5) e l’ultima chiamata è alle 7.
Oltre a godere dell’atmosfera e scenario dell’alta montagna, dormire al Refuge des Cosmiques ha un altro vantaggio da non sottovalutare: prendendo comodamente la colazione delle 7 si hanno grandi possibilità di essere tra i primi l’indomani a salire l’Arête des Cosmiques.

Arête des Cosmiques
L’Arête des Cosmiques è una delle salite più famose e popolari nel gruppo del Monte Bianco, e non possiamo darle torto. Ottimo granito, esposizione, scenari incredibili e arrampicata mista di media difficoltà (con qualche sezione anche impegnativa) sono gli ingredienti di questa bellissima cresta a pochi passi dalla funivia dell’ Aiguille du Midi.
In meno di mezz’ora dall’arrivo della funivia si è all’attacco della salita, che inizia facilmente su terreno misto (neve e roccia) e diventa subito interessante con attraversamenti di creste di neve, una calata esposta e poco dopo una corda doppia fino alla base del gran gendarme. Si continua aggirando altri gendarmi di ottimo granito, ancora creste di neve fino ad arrivare alla parte più tecnica della salita: un muretto ripido solcato da una fessura obliqua da arrampicare (qualche buco artificiale per le punte dei ramponi aiuta tutti) seguito da una sezione su roccia e neve molto divertente e articolata. Una volta guadagnata la cresta nevosa finale preparatevi ad entrare nella celebrità: turisti da tutto il mondo sono alla terrazza panoramica che vi aspettano, vorrano una foto con voi, gli eroi della montagna. Salite con passo sicuro la scala tremolante che vi porta alla terrazza e, come diceva Andy Warhol, avrete i vostri 15 minuti di fama della vita!
Come dicevo qualche riga sopra,  il vantaggio di dormire al Refuge des Cosmiques è che sarete tra i primi a salire questa cresta, così tanto affollata di giorno anche da alpinisti poco avvezzi al terreno che potrebbero rallentare la salita in maneria drammatica. I tempi medi di percorrenza sono intorno alle 2 ore e mezza/tre ore per una cordata normale, che in qualche caso “disperato” si allungano fino alle quasi sette ore!

SCHEDA: Arête des Cosmiques, Monte Bianco

SCHEDA: Pointes Lachenal Traverse, Monte Bianco

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